Il cuore della Tradizione Avaloniana, secondo l’insegnamento della Sisterhood of Avalon è il Ciclo di Guarigione, ovvero il percorso che si muove attraverso il ciclo della Natura – la Ruota dell’Anno – e si svolge sia fuori di noi, nella Natura stessa che muta il suo aspetto e, in una danza perenne, passa dalla luce all’oscurità alla luce nuovamente, sia all’interno di noi stesse, che la seguiamo e al contempo viviamo lo stesso viaggio nelle nostre profondità.
Il Ciclo di Guarigione, così come la ruota dell’anno celtica, è scandito da quattro grandi feste, che sono chiamate Portali di Fuoco.
Queste sono Samhain, Imbolc, Beltane e Lughnasadh.
I due solstizi e i due equinozi invece sono chiamati Eco dei Portali di Fuoco.
Il Ciclo di Guarigione si svolge durante l’anno ed è estremamente fluido, senza passaggi o cambiamenti repentini da una condizione all’altra, così come la Natura stessa, nonostante le corrispondenze precise con le quali vengono definite e suddivise le stagioni, non è fatta di cambiamenti improvvisi: ogni passaggio avviene dolcemente, l’inverno si unisce dolcemente alla primavera, prima che la primavera sbocci completamente, e la stessa cosa avviene fra la primavera e l’estate, l’estate e l’autunno, l’autunno e l’inverno.
All’interno del Ciclo di Guarigione l’anno è dunque diviso in quattro parti, chiamate Stazioni.
Le Stazioni interne al Ciclo di Guarigione sono la Discesa, il Confronto, l’Emersione e la Risoluzione.
Esterna eppure sempre presente nel Ciclo di Guarigione, vi è una quinta Stazione, l’Integrazione.
Ogni Stazione è associata a una Dea gallese che incarna maggiormente il periodo dell’anno ad essa preposto, e con la quale si cerca di armonizzarsi.
Il Ciclo di Guarigione ha inizio a Samhain e termina il Samhain successivo.
Tuttavia queste feste non segnano nettamente la fine di una Stazione e l’inizio di quella successiva, per lo stesso motivo per il quale il Ciclo fluisce naturalmente e dolcemente nel suo viaggio annuale. Il passaggio è lento e graduale da una Stazione all’altra, le energie confluiscono l’una nell’altra e il cambiamento si manifesta armoniosamente.
Solo vivendo il Ciclo e provando ad ascoltare la Natura si può comprendere la fluidità e si può prendere coscienza dei suoi stessi passaggi.
Ci sono tempi durante l’anno che si percepiscono chiaramente come momenti di passaggio, ed è lì che, sempre gradualmente, avviene il passaggio stesso.
Una folata di vento gelido e un sottile velo di nebbia che sale dall’erba umida può far percepire il passaggio dal periodo fruttuoso e dorato del raccolto a quello grigio e silenzioso del riposo, dalla Risoluzione alla Discesa.
La sensazione di immobilità della Natura ricoperta di brina e il suo biancore quasi irreale potrebbero far sentire il passaggio dalla Discesa alla sospensione del Confronto.
Lo sbocciare dei primi fiori, come i bucaneve o i crochi, e il primo raggio di sole tiepido potrebbero far percepire il passaggio dalla sospensione invernale al risveglio, dal Confronto all’Emersione.
Infine, il maturare di un frutto potrebbe far sentire che la Natura è pronta a fruttificare, e noi siamo pronte a raccogliere anche i nostri frutti, e a passare dall’Emersione alla Risoluzione.
Si tratta di sensazioni che possono variare da donna a donna, e risentono molto del luogo in cui si vive. Ognuna può sentire questi passaggi in momenti diversi, e ognuna è libera di vivere lo stesso ciclo dentro se stessa in modo diverso eppure simile alle altre.
Solo attraverso l’esperienza, ripetuta e ripetuta ciclicamente, si può sentire, e comprendere.
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Vi sono alcune differenze fra la Tradizione Avaloniana proposta dalla Sisterhood of Avalon e quella maturata da I Meli di Avalon.
Il Ciclo di Guarigione della Sisterhood of Avalon si svolge con lo scopo di entrare dentro se stesse durante la Discesa, cogliere e affrontare le proprie ombre interiori durante il Confronto, risalire alla luce con nuova coscienza nel momento dell’Emersione, e raccogliere i frutti del proprio ciclico viaggio interiore quando subentra la Risoluzione. In ogni momento del Ciclo è presente l’Integrazione, che permette proprio di integrare e far proprie le lezioni apprese dal viaggio interiore.
Questo è un percorso estremamente utile guarire se stesse e per ristabilire, passo dopo passo, la Sovranità interiore.
Il Ciclo di Guarigione vissuto ai Meli di Avalon affronta lo stesso percorso in un modo che, se non esclude il precedente, si focalizza su un fine lievemente diverso.
La Discesa porta nel centro delle proprie terre interiori, alla ricerca del sacro fuoco che arde dentro, e che corrisponde all’anima luminosa, o scintilla divina. Deponendo le artificialità che separano da essa, si cerca, ogni ciclo, di scendere in profondità per avvicinarvisi il più possibile. Il momento del Confronto o Contemplazione è il momento in cui si prende coscienza della sua natura limpida e trasformativa, immergendosi nella sua pienezza, e si accolgono i suoi doni.
Poi lentamente si risale in superficie durante l’Emersione, colme rinnovata energia e di nuova consapevolezza, e si mette quindi a frutto ciò che si ha conosciuto dentro, offrendolo liberamente all’esterno grazie alla Risoluzione o Fruttificazione.
Durante ogni passaggio è presente l’Integrazione, che corrisponde sia alla com-prensione – l’apprendimento interno – delle esperienze vissute durante il ciclo, sia al risveglio graduale della propria interiorità, che ci porta, poco a poco, a tornare integre.
I due percorsi sono considerabili complementari, non hanno linee di divisione e, anzi, portano a conoscere, ad affrontare e a risolvere interiormente ciò che non permette di proseguire, così da crescere e procedere, avvicinandosi alla propria verità profonda:
la chiave di accesso alla luminosa Avalon.
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Il testo è ispirato da Jhenah Telyndru, Avalon Within: Inner Sovereignty and Personal Transformation Through the Avalonian Mysteries, The Ninth Wave, BookSurge Publishing, 2005.
© I Meli di Avalon 2011-2020. Testo di Laura Violet Rimola. Tutti i diritti sono riservati.
Nessuna parte di questo testo può essere riprodotta o utilizzata in alcun modo e con alcun mezzo senza il permesso scritto dell’autrice.
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