Jhenah Telyndru
Questo è il fine più chiaro e semplice della Tradizione Avaloniana proposta dalla Sisterhood of Avalon. Il processo di guarigione interiore, e di ricongiunzione con la dea interiore, richiede che noi scendiamo, passo dopo passo, nelle nostre profondità per cercare le nostre ombre, i nostri ostacoli, i nostri nodi, e illuminarli o scioglierli.
Cercando e trovando le nostre ferite nascoste, è possibile ricucirle e sanarle, recuperando uno stato d’essere sano, centrato, consapevole e armonico.
Per compiere questo difficile cammino e avvicinarci a ciò che siamo nate per essere, occorre affrontare e domare l’ego e la paura, superando le loro sfide, altrimenti l’integrità interiore non potrà mai essere raggiunta
Il percorso di Tradizione Avaloniana si basa sul Ciclo di Guarigione di Avalon, un modo di vivere in profondità il ciclo annuale della natura, armonizzandosi a tutti i suoi sacri passaggi di nascita, crescita, deperimento, morte e rinascita, e ritrovandoli anche all’interno di noi stesse. Vivendo in armonia col ciclo terrestre – ma anche con quello lunare – si può ritrovare la consapevolezza di essere parti della natura, parti del Tutto armonico, ovvero della Grande Madre che tutto genera e alla quale tutto ritorna.
Percorrendo questo sentiero, che ciclo dopo ciclo ci porta ad entrare sempre un pochino di più dentro noi stesse, ad affrontare le nostre oscurità profonde, trasformandole in amore e nutrimento, e a riemergere ogni volta più ricche e consapevoli della nostra natura interiore, lentamente guariamo, e riconquistiamo la nostra sacra integrità di donne complete.
Donne riunite alla Sorgente.
La Tradizione Avaloniana ai Meli di Avalon
Affondando le radici nella Tradizione Avaloniana proposta dalla Sisterhood of Avalon, I Meli di Avalon sono germogliati e si sono cresciuti secondo la propria natura.
Lo spirito del cammino di Avalon che abbiamo maturato, come grosse mele succose, è volto alla ricerca della Avalon interiore, passando attraverso la guarigione di noi stesse dalla ferita più grande e dolorosa, a causa della quale spesso soffriamo senza renderci conto del motivo del nostro dolore.
Per questo è importante chiederci:
Cosa mi fa soffrire? Da cosa devo guarire?
La risposta è semplice eppure complessa da mettere in pratica.
Il mondo moderno in cui viviamo è stabilito in un modo che tende a negare la spiritualità in favore della materialità, la naturalità in favore dell’artificio.
Per adattarci ad esso e a ciò che gli altri si aspettano da noi, spesso ci siamo inconsapevolmente separate da qualcosa a cui originariamente eravamo unite. Questo qualcosa è la nostra scintilla divina, il sacro fuoco che arde dentro di noi, la luminosa stella polare della nostra vita: il nostro vero Sé, la nostra anima.
L’anima che vive dentro ognuna di noi, e che è fatta di luce, armonia, saggezza, è paragonabile alla sacra Avalon interiore.
La cerchiamo cercando noi stesse.
La troviamo trovando noi stesse.
Spesso percepiamo la nostra divina femminilità ferita, spezzata, separata dall’abbraccio amoroso con la Grande Madre, che un tempo era forte e sicuro.
Abbiamo subito il Taglio dall’Armonia, e per sanare questo taglio dobbiamo compiere un grande cammino di ri-armonizzazione e ri-naturalizzazione che ci permetta di abbandonare ciò che di artificiale e costruito non ci appartiene per poterci riunire alla Natura e alla Grande Madre.
Così facendo, poco a poco possiamo cominciare a sanare il taglio e a guarire dalla nostra separazione con la nostra vera natura e con le antiche armonie.
Possiamo guarire e tornare integre, piene, sacre – dalla radice indo-europea sac, sak o sag, che significa “attaccare, aderire, avvincere” [alla divinità].
Possiamo rientrare nella gioia, risvegliarci da un sogno per vivere nel sogno,
e sentire dentro quello spazio di armonia, di beatitudine, di nutrimento e di bellezza che a noi piace chiamare Avalon.
La Chiamata – Il Tintinnio del Ramo d’Argento
Nel corso della propria vita può succedere di sentire una sorta di incompletezza, di malessere, di disagio nei confronti di un modo di vivere normale, disincantato, fine a se stesso. Può succedere di non trovare il senso di ciò che si fa, di non riconoscersi in ciò che si crede di essere, di non desiderare un destino come quello di tutti gli altri.
E poi può succedere di comprendere che nella propria vita manca qualcosa.
Qualcosa che forse un tempo c’è stato, e che ora non c’è più, e al suo posto è rimasto un vuoto che niente altro può colmare.
Qualcosa di talmente essenziale da non poter vivere senza, e che, poco a poco prende forma, e diventa un’idea, un’immagine, un lontano ricordo. E parla di armonia. Un’armonia perduta, eppure ancora possibile.
Quando si comprende che è indispensabile intraprendere la ricerca di questa armonia perduta, e la necessità di farlo è talmente forte da mettere in ombra tutto il resto, questo è il momento in cui la chiamata – ovvero la vocazione – si manifesta, e brillante come una stella chiede – anzi, pretende – di essere ascoltata.
Nelle leggende celtiche, questo momento è simboleggiato dal richiamo irresistibile suscitato dal tintinnare del Ramo d’Argento.
Questo ramo è di foggia incantevole, pieno di campanellini, di foglie e di piccole mele perfette che lo colorano di rosso, ed è una Donna fatata a reggerlo fra le dita.
Questa Donna proviene dall’Isola delle Donne, da Avalon. E chiede di essere seguita, perché ha qualcosa da mostrarci.
Così ha inizio il viaggio verso il regno sottile nel quale l’armonia perduta risiede luminosa e brillante come in origine.
Inizia il viaggio verso Avalon, verso la nostra anima, verso la guarigione dal taglio che ci ha separate da essa.
Inizia il viaggio verso noi stesse, e ciò che siamo nate per essere.
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Esistono molte vie che accompagnano in questa lunga e ardua ricerca.
La Tradizione Avaloniana è una di queste, specialmente se la si vive con intento e dedizione, e con la ferma volontà di fare tutto ciò che serve per guarire dal taglio fra noi stesse e la nostra vera natura, ovvero fra noi stesse e la natura.
Così da diventare, o tornare ad essere donne sacre, consapevolmente avvinte alla Grande Madre.
Donne integre, armoniose, fiere.
Donne che, superando le nebbie, hanno finalmente conosciuto Avalon.
E l’hanno risvegliata dentro se stesse.
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| Illustrazione di Brian Froud |
* Cfr. Jhenah Telyndru, Avalon Within: Inner Sovereignty and Personal Transformation Through the Avalonian Mysteries, The Ninth Wave, BookSurge Publishing, 2005, pag. 1
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Alcune citazione tratte e liberamente tradotte da Avalon Within:
“L’immagine archetipica di una Sacerdotessa di Avalon è di potere tranquillo; è una donna integra e centrata, pienamente consapevole e unita a se stessa e alla Dea.”
(Cfr. Jhenah Telyndru, Avalon Within, pag. 2)
“Una Figlia di Avalon si riconosce per il suo senso di presenza interiore – una natura centrata, un impegno continuo a conoscere se stessa e la sua connessione con il Tutto, una forte volontà di guardare nelle acque dell’anima e il coraggio di cambiare ciò che vede.
È disposta ad aiutare la crescita degli altri, senza interferire nel processo (…).
Una donna di Avalon è una levatrice nel senso più ampio del termine. Porta a manifestarsi la Sacerdotessa o la Donna Saggia che abita in lei, vede e supporta l’emersione del Sé divino negli altri, ed è cosciente che attraverso il suo lavoro e la sua vita, e in ciò che lei è e fa, la Signora di Avalon riluce.”
(Cfr. Jhenah Telyndru, Avalon Within, pagg. 76-77)
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Il testo è ispirato da Jhenah Telyndru, Avalon Within: Inner Sovereignty and Personal Transformation Through the Avalonian Mysteries, The Ninth Wave, BookSurge Publishing, 2005.
© I Meli di Avalon 2011-2020. Testo di Laura Violet Rimola. Tutti i diritti sono riservati.
Nessuna parte di questo testo può essere riprodotta o utilizzata in alcun modo e con alcun mezzo senza il permesso scritto dell’autrice.
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