La meravigliosa bellezza dei versi e della narrazione è uguagliata dalla loro enigmaticità e dalle loro oscure allusioni, che ne rendono ardua e problematica la traduzione.
«Annwn» è l’Aldilà celtico, rappresentato qui come un’isola al di là del mare. In Annwn, Arthur e i suoi guerrieri trovano una città chiamata con diversi epiteti, fra cui Caer Siddi, «Città delle Fate», e Caer Wydr, «Città di Vetro».
«Preiddeu» è solitamente tradotto in Inglese con «spoils» o «plunder», cioè «spoglie» o «bottino». Tuttavia può significare anche «bestiame» o «mandria», e potrebbe riferirsi ad armenti prodigiosi come quelli che si trovano di frequente nell’Aldilà irlandese, ma non bisogna dimenticare che la razzia di di bestiame è un tema tipico e importante dell’arcaica poesia eroica in generale, e forse è più probabile che proprio un’impresa di questo genere, storicamente avvenuta, anziché il naufragio suggerito da McArthur, abbia ispirato la poesia arthuriana.
Comunque, il «bottino» di cui Arthur e i suoi guerrieri tentano di impadronirsi è il Calderone del Re dell’Annwn, alimentato dal respiro di nove vergini, solitamente considerato come uno dei magici calderoni dell’ispirazione e dell’abbondanza che sono caratteristici della mitologia celtica, e che qui potrebbe avere anche un ruolo iniziatico. Le nove vergini sono comunemente associate alle nove sacerdotesse streghe dell’Ile de Sein, descritte da Pomponio Mela, e alle nove sacerdotesse regine dell’Insula Pomorum, di cui si narra nella «Vita Merlini», attribuita a Geoffrey of Monmouth.
Illustrazione di E. Wallcousins |
Ricerca e testo di Alessandro Zabini. Tutti i diritti sono riservati.
Nessuna parte di questi testi può essere riprodotta o utilizzata in alcun modo e con alcun mezzo senza il permesso scritto dell’autore.
© I Meli di Avalon 2011-2020
Nessun commento:
Posta un commento