I Meli di Avalon nasce come cerchio prevalentemente femminile nel quale riunirsi per studiare, vivere e sperimentare insieme le Vie di Avalon, ovvero quei percorsi sacri che si radicano nelle tradizioni celtiche femminili, nella mitologia celtica e nella materia bretone.
Come tanti dolci e succosi frutti nati dalle mani, dall'amore e dall'ispirazione di molte donne.

Introduzione alle Trioedd Ynis Prydein

Le Trioedd Ynys Prydein sono letteralmente le Triadi dell'Isola di Britannia, chiamate anche Triadi dell'Isola dei Potenti, ovvero una raccolta di memorie pseudo-storiche e mitologiche della Britannia antica, e più precisamente, data la loro provenienza, del Galles antico e del Nord della Britannia.
Si tratta di una "catalogazione" a gruppi di tre, per un totale di 97 triadi, di dati storici e mitici della tradizione gallese e contengono notizie dal valore inestimabile: notizie di antichi re e regine, di comandanti e spose, di fatti storici, di battaglie, di atti eroici e atti vili, insomma, tutto ciò che nel bene e nel male andava ricordato perché faceva parte della Memoria della Britannia e dunque della sua vita e della sua storia.
Le Triadi preservano dunque i frammenti della tradizione antica gallese.

La più antica collezione di triadi è contenuta nel MS. Peniarth 16, del XIII secolo. L’unica eccezione è un frammento altrettanto antico, la Triade dei Cavalli, contenuta nel Black Book of Carmarthen.

Una copia incompleta del MS. Peniarth 16 è contenuta nel Peniarth 45, che è quello utilizzato da Skene per la sua traduzione in Four Ancient Books of Wales, la quale, lo ricordiamo, è stata per molto tempo l’unica traduzione accessibile, e ora è la traduzione più accessibile perché si trova facilmente in rete, ma è una traduzione inattendibile e superata dalle successive ricerche che sono state condotte dagli studiosi gallesi, e in particolare da Rachel Bromwich.

Il White Book of Rydderch (circa 1325) contiene un frammento di una collezione più ampia, che invece è conservata interamente nel Red Book of Hergest (circa 1400).

Sono molto importanti due manoscritti del XV secolo, Peniarth 47 e 50, i quali derivano da una fonte più vicina a Peniarth 16 che al Red Book, ma contengono alcune triadi che non si trovano altrove.

Altre collezioni, contenute in manoscritti del XV e XVI secolo, potrebbero essere derivate in parte da fonti genuinamente antiche.

La cosiddetta Third Series delle triadi, pubblicata in «Myvyrian Archaiology of Wales», fu manipolata senza alcuno scrupolo dal famoso falsario del XVIII secolo, Iolo Morgannwg, che aggiunse anche molto di suo, e quindi sono da considerarsi inattendibili.

L’edizione critica delle Triadi, il testo di riferimento per studiarle, è «Trioedd Ynys Prydein: The Welsh Triads», introduzione, traduzione e commento di Rachel Bromwich, Cardiff, University of Wales Press, 1978. Questa è la seconda edizione, che utilizzeremo qui, però nel 2006 è uscita la terza edizione, con numerose correzioni ai manoscritti e le note aggiornate e ampliate.

Le triadi sono 97. Il MS. Peniarth 16 contiene le triadi 1-46; il White Book (con integrazioni dal Red Book) le triadi 47-69; il Peniarth 47 le triadi 70-80; il Peniarth 50 le triadi 81-86, mentre le triadi 87-97 sono tratte da aggiunte miscellanee che compaiono unicamente nell’una o nell’altra collezione di manoscritti più tardi.
L’ordine delle triadi non è lo stesso in tutte le collezioni, ma Bromwich ha privilegiato l’ordine di Peniarth 16 per una serie di motivi, i quali inducono a ritenere che si tratti dell’ordine e del raggruppamento più antichi.

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Ricerca e testo di Laura Violet Rimola e Alessandro Zabini. Tutti i diritti sono riservati.
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