Le Dame di Avalon nella Tradizione Arthuriana
La Dama della Roccia
La misteriosa dama, chiamata Dama della Roccia, appare brevemente ne La Morte d’Arthur di Sir Thomas Malory – al termine del Libro IV – nell’avventura che dovrà affrontare ser Ivano accompagnato dalla più anziana delle Tre Damigelle della Fonte. Per quanto la sua comparsa sia breve, la sua simbologia potrebbe essere arcaica e più importante di quanto sembri.
Dopo aver cavalcato verso nord, guidato dalla sua Damigella della Fonte, per partecipare a un torneo, ser Ivano viene quindi condotto ad affrontare una nuova avventura.
“(…) Poi la damigella lo portò da una dama molto cortese che era chiamata la Dama della Roccia.
Ora, in quella contrada vivevano due fratelli, ser Edoardo del Castello Rosso e ser Hugh del Castello Rosso, detti anche i Cavalieri Pericolosi, che avevano estorto alla Dama della Roccia le terre di una baronia. Quando il cavaliere ebbe preso alloggio presso la dama, ella si lamentò con lui di quei fratelli.”
Ivano ascolta la dama e afferma che i due fratelli sono in torto, in quanto “operano a danno del nobile ordine della cavalleria e contro il giuramento che hanno prestato”. Si offre quindi di trattare con loro, ma se non accetteranno la trattativa si batterà con loro in difesa dei diritti della dama.
““Vi ringrazio molto. Che Dio ve ne rimeriti se non potrò farlo io!” gli rispose la dama.
Il mattino seguente furono mandati a chiamare i fratelli perché venissero a parlare con la Dama della Roccia, e sappiate che non mancarono di presentarsi, ma accompagnati da cento cavalieri. La dama, vedendoli tanto forti, non volle che ser Ivano uscisse loro incontro senza garanzie e senza oneste intese e lo indusse a parlare dall’alto di una torre. Ma quelli non accettarono alcuna trattativa e risposero che si sarebbero tenuti ciò che avevano.
“Allora mi batterò contro uno di voi e proverò che fate torto a questa dama” dichiarò ser Ivano.”
I fratelli rifiutano che Ivano si batta con uno di loro, dovrà invece battersi con entrambi, due contro uno, in un duello svantaggiato e disonesto.
Tuttavia ser Ivano accetta, e si batte valorosamente, subendo molte ferite, tanto che “la Dama della Roccia temette per la sua vita”.
Infine ser Ivano riesce a uccidere Edoardo, e il fratello Hugh ne resta tanto afflitto da arrendersi.
“Ser Ivano accettò con cortesia la sua spada; poi lo prese per la mano e lo portò nel castello dove la dama si mostrò molto lieta, mentre ser Hugh non cessava di lamentare la perdita del fratello. Così la dama tornò in possesso delle terre (…).”
“Ser Ivano si fermò per quasi sei mesi presso la dama perché tanto gli ci volle perché le sue gravi ferite potessero guarire.”.
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Questo tratto di storia presenta una dama che, sola, era in possesso di alcune terre sottratte da due fratelli chiamati i Cavalieri Pericolosi. Il suo nome, ovvero Dama della Roccia, la associa alle rocce, alle montagne, e dunque alla terra. Una terra che le è stata sottratta ingiustamente.
La Dama della Roccia non è solo padrona della propria terra, ma simbolicamente la rappresenta, la incarna. La sua figura richiama l’archetipo femminile, regale e divino, della Sovranità. La Dama della Roccia è la Sovranità terrestre nelle terre che erano sue, e come spesso accade, queste terre, così come ciò che simboleggiano, vengono derubate e fatte proprie da quel tipo di uomini-cavalieri che non servono la terra-Sovranità, ma al contrario le si oppongono e se ne appropriano senza diritto. Cavalieri il cui operato viene definito non a caso a danno del nobile ordine della cavalleria, e contrario al sacro giuramento prestato.
Quando un cavaliere tradisce il proprio ordine e i giuramenti prestati, tradisce anche la terra a cui – secondo l’antica tradizione – ha rivolto il proprio impegno, e quindi la Sovranità femminile, spesso incarnata da certe dame particolarmente potenti.
Ma il vero cavaliere, nobile d’animo e al servizio della terra, sopraggiunge – condotto dalla vecchia Damigella della Fonte – e pone rimedio al danno, restituendo le terre alla Dama della Roccia e riconoscendo nuovamente la sua Sovranità.
La Dama della Roccia dapprima si preoccupa che Ivano tratti con i fratelli senza che questi possano nuocergli, e lo induce a parlare “dall’alto di una torre”, un luogo sospeso, in quanto la torre è considerabile un luogo liminale, a metà fra cielo e terra. In seguito, si prende cura di lui e delle sue numerose ferite fino alla loro guarigione.
Ivano si trattiene quindi per quasi sei mesi presso la Dama della Roccia, fino al momento in cui dovrà ripartire per ricongiungersi con i suoi compagni e tornare alla fonte.
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Nota:
Le citazioni sono tutte tratte da Sir Thomas Malory, Storia di Re Artù e dei suoi cavalieri – titolo originale Le Morte d’Arthur – Vol. I, Oscar Mondadori, Milano, 1985, pagg. 126-127.

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