Le Dame di Avalon nella Tradizione Arthuriana
Le Tre Damigelle della Fonte
Le Tre Damigelle della Fonte compaiono in uno dei momenti più particolari ed emblematici delle vicende dei cavalieri di re Arthur, portando ognuna un’avventura diversa al cavaliere da cui vengono scelte. Di loro narra Sir Thomas Malory nel Libro IV de La Morte d’Arthur.
“Ser Moroldo, ser Ivano e ser Galvano entrarono in una vallata profonda e sassosa e videro tre damigelle sedute vicino a una magnifica sorgente, da cui scaturiva un corso d’acqua chiara. I cavalieri si diressero verso di loro, le salutarono ed esse restituirono il saluto.
La più anziana, che doveva avere sessanta o più inverni di età, portava sui capelli bianchi una ghirlanda d’oro; la seconda, sulla trentina, aveva in testa un cerchietto pure d’oro, mentre la terza, che non aveva più di una quindicina di anni, portava in capo una ghirlanda di fiori. I tre cavalieri le osservarono, poi chiesero loro cosa facessero n quel luogo.
“Siamo qui per condurre i cavalieri erranti che incontriamo a compiere singolari avventure” fu la loro risposta. “Siete tre cavalieri di ventura e noi tre damigelle: ciascuno ne scelga una, e poi vi mostreremo tre diverse strade; voi deciderete quale prendere e la percorrerete in compagnia della damigella prescelta. Vi impegnerete sul vostro onore a ritrovarvi qui, se Dio vi darà vita, in questo stesso giorno tra dodici mesi.”
Così parlarono le Damigelle della Fonte, e così scelsero i cavalieri:
“ “Io che sono il più giovane e il più debole, mi accompagnerò con la più anziana” dichiarò subito ser Ivano. “Avrò più bisogno di aiuto di voi e, poiché ella deve aver visto molte cose, all’occorrenza sarà meglio in grado delle altre di soccorrermi.”
“Io invece prenderò la damigella sui trent’anni, che mi sembra la più adatta per me” disse ser Moroldo.
“Bene” si compiacque allora Galvano “vi ringrazio per avermi lasciata la più giovane e bella, che mi è anche la più cara.”
Poi ciascuna delle damigelle prese per la briglia il cavallo del proprio cavaliere e lo condusse all’incrocio delle tre strade. E là essi giurarono che, se fossero stati ancora in vita, si sarebbero rincontrati alla fonte un anno dopo nello stesso giorno; poi si baciarono e si divisero, e ogni cavaliere fece salire a cavallo la propria dama sistemandola dietro di sé.”
I tre cavalieri si incamminano dunque ognuno per la strada scelta, e ognuno di loro, condotto dalla propria damigella, vive un’avventura diversa – di quella di ser Ivano vi parlerò in seguito.
Solo Galvano, per via del suo comportamento poco cavalleresco perde la propria damigella. Lei, delusa, viene avvicinata da un altro cavaliere che le promette di servirla se vorrà accompagnarlo, e lei acconsente. La damigella più giovane lascia dunque il cavaliere del quale non ha apprezzato il comportamento, e ne sceglie un altro, conducendolo verso nuove avventure.
Al termine dell’anno, quindi, i tre cavalieri si ritrovano alla fonte:
“Ser Moroldo e ser Ivano arrivarono con le proprie damigelle, mentre ser Galvano si presentò da solo perché l’aveva persa (…).
I tre cavalieri lasciarono poi le damigelle presso la fonte e si inoltrarono in una vasta foresta (…).”
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Le Tre Damigelle della Fonte sono fra le figure più affascinanti della letteratura arthuriana, sebbene anche loro compaiano solo per poche pagine. Rappresentano tre volti del sacro femminino: la crona saggia ed esperta, la donna matura, e la fanciulla coronata di fiori.
Sono spiriti sapienti legati alla sorgente, sulla sponda della quale attendono i cavalieri per guidarli verso le avventure da loro scelte, per poi tornare dopo un anno esatto alla loro sorgente. Partendo dalla fonte, tornano alla fonte, eppure, nel loro ritorno, i cavalieri da loro accompagnati non sono uguali al giorno nel quale erano partiti: hanno affrontato sfide e difficoltà che hanno permesso loro di accrescere, oppure di diminuire, la loro nobiltà d’animo e il loro valore.
Dipende infatti dal modo in cui si comportano, se la Damigella della Fonte resta loro accanto e continua a condurli fino al ritorno alla fonte, oppure li abbandona a metà strada per accompagnare qualcuno ritenuto più meritevole.
Le Tre Damigelle della Fonte sembrano essere tre aspetti della divinità femminile, che guida, sostiene, incoraggia, offre il percorso di crescita adatto per ciascuno, eppure non prende decisioni, ma lascia che il proprio protetto faccia le proprie scelte e se ne assuma la responsabilità.
A volte si è accompagnati, a volte si è sostenuti e premiati, a volte si è abbandonati. A ognuno il suo.
Questo è ciò che le Tre Damigelle della Fonte sembrano insegnare, ed è proprio questo che le accomuna all’archetipo antico delle Fatae.
Esse potrebbero incarnare le Tre Dee del Destino, che dimorano nei pressi della sacra sorgente e attendono coloro che, fatalmente, le incontreranno, per tessere il loro destino, porre innanzi la prova, e dare a ciascuno ciò che ha meritato.
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Nota:
Le citazioni sono tutte tratte da Sir Thomas Malory, Storia di Re Artù e dei suoi cavalieri – titolo originale Le Morte d’Arthur – Vol. I, Oscar Mondadori, Milano, 1985, pagg. 113-114, 128.
Illustrazione di Anne-Marie Ferguson.


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