Durante le fresche notti d’estate, quando il caldo si allenta e le stelle appaiono brillanti nel cielo, l’argentea Arianrhod si fa sentire nell’animo di coloro che la cercano. Il suo castello, Caer Arianrhod, si diceva fosse associato alla misteriosa Aurora Boreale, e il potere della Dea governava le maree, sia acquatiche, sia dolcemente femminili.
Arianrhod è letteralmente la Ruota d’Argento – da arian, “argento” e rhod, “ruota” – ed è legata ai poteri ciclici della Luna.
La sua dimora è nel mare e nel cielo, ovvero negli oceani acquatici e in quelli celesti, e Lei è altresì una Donatrice di Destino: Fila i suoi Fili d’Argento e assegna a ognuna/o il proprio Destino.
Arianrhod è la Dea sempre Vergine, nel senso antico del termine, ovvero indipendente, autonoma, sessualmente libera, e la sua libertà scavalca il duro patriarcato che vorrebbe giudicarla e inibirla – così come la Dea stessa scavalca con un salto l’asticella che il patriarcale Math le impone per verificare la sua castità.
Arianrhod è la Dea delle Donne libere, autonome, indipendenti, lunari e acquatiche; le cicliche figlie dell’argentea Luna.
Nei suoi occhi si riflettono tutte le stelle del cielo, il suo grembo celeste partorisce intere galassie.
Nel bel saggio Elen and the Celestial Deer Path, l’autore Andrew Collins parla della Via Lattea e soprattutto della regione oscura che è ben visibile al suo centro, la quale viene chiamata Grande Fenditura (Great Rift), Fenditura Oscura, Fiume Oscuro, e soprattutto Fenditura del Cigno, perché comincia proprio in vicinanza della costellazione del Cigno.
Collins scrive: “Nei miti stellari che provengono da tutto il mondo, la Grande Fenditura è vista come una strada che le anime dei morti percorrono per raggiungere il reame celeste, o altromondo. La Via Lattea è conosciuta in generale come la Via, la Strada o il Fiume delle Anime, o anche la Via dell’Uccello, poiché è usata dalle anime che cercano di raggiungere la vita oltre la vita. Spesso si credeva che l’entrata al reame celeste esistesse oltre l’apertura a nord della Grande Fenditura, vicino alla costellazione del Cigno. E’ sempre da lì che le nuove anime che entrano nel mondo erano viste uscire, come se emergessero dall’invisibile grembo di una madre cosmica, la quale si rifletteva nella Via Lattea stessa.” (*)
Osservando le foto della Fenditura del Cigno mi sono resa conto di quanto somigli – come certe rocce, certi tronchi d’albero e in generale certe conformazioni naturali di vario genere – alla sacra yoni. Non stupisce che gli antichi popoli credessero che da essa, simile a un immenso utero cosmico disegnato nel centro del cielo, venissero partorite tutte le anime che andavano ad abitare i corpi degli esseri viventi sulla terra, e che le stesse anime, una volta concluso il ciclo di vita, vi ritornassero per essere accolte nell’Altromondo.
Collins aggiunge, riferendosi al folklore ungherese, che proprio dentro la Fenditura del Cigno viveva la Dea Madre che dava origine a tutte le Fate, chiamata Tundér (Fata) Ilona, dalla radice ungaro-turca él o éle, che significa “vita”, e ana o anya, che significa “madre”.”
Ilona era dunque la Madre della Vita e la Regina delle Fate Celesti, la grande Genitrice Cosmica, ovvero, citando Collins, “Colei che è Datrice di Vita sulla Terra”.
Tornando ad Arianrhod, spesso è proprio Lei ad essere associata al Cigno, così come alle acque e ai regni celesti, e forse non è sbagliato vedere lei stessa manifestarsi nella Via Lattea, il suo grembo disegnato nella Fenditura del Cigno.
Quel che è certo è che una immensa Madre cosmica vive tutt’intorno a noi, anche nel cielo stellato, e in queste notti estive è forse più piacevole accostarsi a Lei.
A me piace chiamarla non solo Ilona, o con gli altri molti nomi, ma soprattutto Arianrhod, perché in questa mitologia vedo Lei soprattutto: la Argentea Dama del Cigno, delle Stelle, delle Maree celesti, lunari e acquatiche, delle Anime che vengono al mondo ed escono dal mondo.
A questo proposito, mi torna in memoria proprio ora un brano di Kris Waldherr, dal suo La dea interiore:
“Caer Arianrhod, nelle aurore boreali, o luci del nord. E’ lì che i trapassati attendevano che la ruota di Arianrhod girasse, fornendo loro l'opportunità di rinascere e di vivere una nuova esistenza.
Secondo altre credenze, il castello della dea sarebbe stato ubicato su un'isola abbandonata da tutti, al largo della costa anglosassone. Laggiù, lei e le sue ancelle spettrali accoglievano il ritorno a casa dei trapassati, reduci dal loro viaggio di una vita.”
Forse tutti i miti sono un solo mito, tutte le leggende sono frammenti della stessa leggenda.
Per questo, queste notti le voglio dedicare ad Arianrhod,
la Guardiana della Costellazione del Cigno e la Signora della Grande Fenditura;
Dea della Via Lattea e delle Luci del Nord, grande Genitrice Cosmica,
Custode delle Anime dei trapassati e di coloro che, sulla Terra, conosceranno presto la Vita.
Ricerca e testo di Laura Violet Rimola, scritto il 12 Luglio 2017. Tutti i diritti sono riservati.
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