In molte conoscono la malizia e la cattiveria con cui è stata dipinta, che ha nascosto, pur senza mai far dimenticare, la sua originaria natura di Dea dell’Altromondo, Traghettatrice del Lago Nebbioso, Conoscitrice delle Vie delle Acque, Incantatrice, Guaritrice e Depositaria degli antichi Misteri dell’Isola delle Donne.
In molte conoscono Morgana la Fata.
Ma poche, pochissime sanno che ebbe una figlia.
Della bellissima figlia di Morgana parlano alcuni cantari medievali, mentre qualche opera nota della materia bretone accenna a lei solo brevemente.
Talvolta non le viene dato un nome, talaltra lei assume un altro nome, ma quando viene riconosciuta nella sua pienezza, è Gaia, la Fanciulla-Serpente.
Mutata in serpe da un incantesimo, spesso operato da Morgana stessa, può assumere forma di donna solo temporaneamente, e offre al cavaliere che la ama, ma che è lei stessa a desiderare e a scegliere per prima, una grande impresa da compiere.
Superare ogni paura, ripugnanza, orrore, e donarle un bacio, oppure un amorevole abbraccio, mentre lei è in forma serpentina.
L’impresa “del Fiero Bacio” è quella che la Pulzella Gaia chiede di vincere.
E laddove quasi tutti falliscono e fuggono in preda al terrore, solo uno può riuscire.
Questi è di solito Gawain-Galvano, il Cavaliere Povero, l’uomo umile e puro di cuore che sa guardare oltre l’apparenza.
Il premio, è l’Amore immortale della stessa Gaia, che incarna la piena felicità dell’anima e il conseguimento di ogni desiderio.
Fanciulla serpentiforme, Gaia appare anche come sirena.
Mutata di nuovo da sua madre Morgana, resta umana fino alla cintura, e al di sotto di essa ha un’iridescente coda di pesce.
Di nuovo chiede di essere amata, e salvata dalle sotterranee acque nelle quali è confinata.
Perché Gaia, la Fanciulla-Pesce, è quell’entità selvatica e fatata che spesso viene rinchiusa nelle nostre prigioni interiori, e attende con pazienza di venire liberata e accolta.
Ed è quella divina Sovranità terrestre e acquatica che occorre abbracciare per vivere nella pienezza.
Chi l’ha conosciuta e amata non può fare a meno di correre da lei nuovamente.
Così fa Galvano, che finalmente la aiuta ad emergere dalle acque, la stringe a sé e da lei non si separerà mai più.
Allora Gaia diventa ciò che è nata per essere.
La Fanciulla della Gioia, figlia della Dea Morgana.
***
“La serpe, che lo ascoltava molto volentieri,
si trasformò:
più bella di una rosa di giardino,
si fece una fanciulla delicata,
e disse “Ora abbracciami, o cavaliere,
ch’io sono finalmente la tua amata.”
Gli pose il braccio intorno al collo e lo abbracciò,
dicendo: “Tu sei quello tanto desiderato.” (*)
Illustrazione di Alan Lee |
* Ponzela Gaia, cantare veneto del XV secolo, traduzione in lingua corrente a cura di Beatrice Barbiellini Amidei
Ricerca e testo di Laura Violet Rimola, scritto il 9 Giugno 2020. Tutti i diritti sono riservati.
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